Skip to main content
Cerca il tuo Punto Vendita per nome o città

oppure

Accedi
Una dolce storia

Una dolce storia

15 Marzo 2018

Nella mitologia di alcune civiltà del passato, gli dei si cibavano solo di “nettare e ambrosia”, cibi che li innalzavano al di sopra dei comuni mortali. Anche il cioccolato veniva identificato come una raffinatezza alimentare degna del palato degli dei: la sostanza che è contenuta nel cioccolato si definisce infatti “teobromina”, che in greco antico significa “cibo degli dei”.

Il gusto degli uomini del passato era comunque dissimile dal nostro: le torte univano il gusto dolce a quello salato, con largo uso della frutta mescolata alla carne. In origine il “biancomangiare” era infatti a base di carne di pollo con mandorle tritate. Il termine “dessert” deriva dal francese “desservié” che significa “sparecchiato”, riferito al desco dei commensali. Fu dopo il 1500 che si prese l’abitudine in Francia di preparare una tavola linda per servire il dolce.

Il gelato, che ha una grande tradizione in Italia, si diffuse su larga scala piuttosto tardivamente, nella seconda metà del 1800, quando divenne più accessibile l’utilizzo del ghiaccio a livello industriale. Inoltre, il prezzo dello zucchero in origine era molto alto, dunque i dolci non furono da subito un elemento costante dei pasti quotidiani della popolazione, in Europa.

Oggi le preparazioni dei dessert sono alla portata di tutti, grazie alle attuali tecniche di conservazione, allo sviluppo dei mezzi di trasporto e alle tecniche di lavorazione igieniche e perfezionate. Anzi, il nuovo “trend” sono le decorazioni dei dolci, un tempo solo riservate ai grandi pasticceri che ideavano vere e proprie “architetture” dolci.

Dall’America arriva la moda di realizzare a casa i “cup cakes”, dolcetti che potremo sbizzarrirci a realizzare utilizzando coloranti alimentari, perline commestibili e molte altre decorazioni.

Ne sarebbe forse entusiasta Leonardo da Vinci, che pochi conoscono nella sua veste di amante della cucina, che anzi fu cuoco e proprietario di una locanda in Firenze. Molti suoi disegni arditi erano appunto per la realizzazione di imponenti architetture dolciarie, opere che, purtroppo, oggi non ci è possibile “assaggiare”.